Le emozioni: Tra leggende e realtà
Scrivendo di emozioni. Sai cosa accomuna l’ira del pelide Achille con l’irrefrenabile ricerca del piacere di Jim Morrison? Passando per l’ignavia di don Abbondio e il dolore che ha accecato Edipo?
Le emozioni sono da sempre oggetto di attenzione, al di là del tempo e dell’area geografica. Nell’antichità erano considerate molto di più di quanto non siano ora. Anzi si riconosceva senza tutte le moderne difficoltà il loro ruolo di guida dell’agire umano.
In fondo la loro presenza ha un ruolo evolutivo sia in termini scientifici che negli aspetti di crescita e sviluppo personale.
Le emozioni sono le vere protagoniste dell’arte e della letteratura
Tra miti e realtà la gran parte dell’arte in tutte le sue accezioni è profondamente intrisa e ispirata dalle emozioni e dalle sensazioni. Tutti i personaggi. Figure letterarie, personaggi leggendari, rockstar e artisti di vario genere (per citare le storie note ai più) sono stati travolti dalle loro emozioni.
Emozioni che afferiscono tutte alle 4 sensazioni di base: rabbia, piacere, dolore e paura. Tra le varie sfumature e le caratteristiche personali di chi le esperisce.
La rabbia: l’emozione violenta
È la rabbia di Achille per la morte del suo compagno Patroclo ad uccidere Ettore. Non tanto la mano dell’eroe che ha compiuto il gesto, quanto la forza dirompente di ciò che prova. Le emozioni che afferiscono alla sensazione di base della rabbia sono per lo più travolgenti. Annebbiando in senso stretto il cervello e la razionalità di chi le prova. Attraverso manifestazioni aggressive più o meno dirette verso se stessi, verso gli altri e/o verso la realtà che li circonda.
I piaceri: le emozioni perverse
L’avidità del piacere consuma le vite delle più grandi rockstar di tutti i tempi. Da Jim Morrison a Emy Winehouse passando per Janis Joplin e Withney Houston. Senza esclusione di colpi finiscono per autodistruggersi in un circolo vizioso innescato da un’iniziale, e forse ingenua, ricerca del piacere.
La ricerca del piacere inizia sempre con la convinzione che si è in grado di controllarla consapevolmente. La realtà e gli esiti fatali purtroppo dimostrano il contrario.
Questo è lo stesso identico meccanismo attuato da chi pratica sport estremi che prova l’intenso piacere del rischio e dell’adrenalina. Fino a spingersi sempre più in la, spostando sempre il limite per non assuefarsi.
Il piacere, come tutte le emozioni che ne derivano, è la sensazione di base più pericolosa di tutte. Perchè è subdola in quanto gratifica l’individuo, rendendo molto difficile la sua interruzione volontaria.
La paura: le emozioni che bloccano
Arriviamo così alla paura, talmente potente da aver permesso i più grandi crimini dell’umanità attraverso la dinamica del silenzio-assenso di intere popolazioni. Chi ricorda l’ignavia del parroco manzoniano? Egli letteralmente guidato -o inibito- dalla paura dei bravi impedisce di fatto il matrimonio dei Promessi Sposi. La paura blocca e inibisce l’azione, non è un caso che sia la sensazione di base dell’attacco di panico. L’apice della sua espressione. Chi ne ha sofferto sa benissimo che al di la di tutte le sensazioni corporee ad esso connesso la manifestazione più eclatante è il blocco dei normali comportamenti e delle attività della persona.
Il dolore: l’emozione che non perdona
E il dolore che porta Edipo a compiere le sue atroci gesta? Ascoltato l’oracolo di Delfi, attraverso quella che si chiama in gergo “profezia che si auto-realizza“, Edipo a sua insaputa finisce per uccidere il padre. Dopo aver posseduto carnalmente la madre. Quando la verità si scopre, ella si uccide dalla vergogna ed Edipo in preda al dolore compie l’atto estremo di accecarsi. Per non vedere più il sole, unico testimone delle sue gesta. Il dolore è una sensazione che se non si attraversa rischia di rimanere sedimentata all’interno della persona per tutta la vita. Con diverse implicazioni nelle strutture percettivo-reattive che si adottano nel corso della vita.
Solo toccando il fondo si può trovare il giusto appoggio per spingersi fuori dall’acqua e riprendere il respiro.
Gestione emotiva
Come hai letto, le uniche e vere protagoniste di queste storie, tra leggende e realtà, non sono tanto i personaggi quanto le emozioni. Che da sempre dominano la storia dell’uomo. A prescindere dal momento storico o da chi lo vive.
Esiste però una buona notizia che è la temporizzazione delle sensazioni di base, tutte e sottolineo tutte hanno un termine. Esse iniziano, giungono ad un apice e inevitabilmente iniziano a decadere fino a sparire e noi abbiamo diverse possibilità di azione in questo meccanismo. Dalla scelta peggiore di reprimerle, a quella di sfogarle fino a scegliere di incanalarle e fruirne a nostro uso e consumo.
Se impariamo a riconoscerle, ad accoglierle e ad incanalarle possiamo fare amicizia con le nostre più primordiali sensazioni ed emozioni. Assolutamente vietato reprimerle, le emozioni vanno sfruttate e come dice il mio prof. : “addomesticate”.
Solo così potremo sfruttarle senza esserne vittime in tutte le loro sfaccettature e potenzialità.
Tutto accade per una ragione e tutto è utile allo sviluppo delle nostre capacità e caratteristiche personali.